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2^ puntata - ''Le contraddizioni della società molfettese''

2^ puntata - ''Le contraddizioni della società molfettese''


Una delle contraddizioni più evidenti della società molfettese è quella rappresentata dallo iato esistente tra il suo livello culturale e la qualità della sua vita civile.
Il primo può definirsi nel complesso soddisfacente. Se prendiamo, ad esempio, come riferimento il grado di istruzione medio della popolazione, possiamo notare come esso sia piuttosto elevato. Il livello di dispersone scolastica è di qualche punto inferiore rispetto alla media regionale. La presenza di istituzioni educative sul territorio è capillare. Esse sfornano ogni anno un numero notevole di licenziati e diplomati, i quali, poi, vanno a rendere cospicua la consistenza delle iscrizioni all’Università di giovani molfettesi. Molti di questi non riescono a giungere al raggiungimento dell’obiettivo finale ma, comunque, il numero dei laureati resta notevole, in rapporto all’entità demografica della nostra città.
Anche la condizione della nostra vita culturale è incoraggiante.
Ovviamente la situazione non è paragonabile a quella di un passato non lontano, quando Molfetta esercitava una sorta di leadership culturale sul territorio circostante e si distingueva per la numerosità e l’alta qualità delle sue iniziative. Ricordiamo, a tal proposito, l’attivismo straordinario dei circoli giovanili e le feconde politiche culturali di alcune amministrazioni particolarmente sensibili in questo ambito.
Negli ultimi anni , poi, abbiamo assistito ad un declino culturale della città, dovuto soprattutto allo scarso supporto economico ed organizzativo offerto dalle istituzioni pubbliche ai soggetti impegnati a creare cultura, ed alla mancata valorizzazione delle risorse locali, promuovendo, al contrario, i grandi eventi, che pochi frutti duraturi hanno portato anche sul piano delle promozione turistica della città.
Nonostante questo, le associazioni spontanee non si sono estinte e, pur tra enormi difficoltà hanno continuato a perseguire i loro scopi, con alterne fortune, contribuendo così in modo determinante a tenere alto il livello culturale della comunità.
Sommando, quindi, il grado di istruzione media della popolazione e la vitalità del suo tessuto culturale, abbiamo della città un quadro d’insieme incoraggiante, al quale, però, si contrappone una situazione sociale molto negativa, per quanto riguarda il livello di civiltà riscontrabile nei comportamenti individuali e collettivi.
Una contraddizione, questa, spiegabile solo col fatto che evidentemente non si realizza un “un travaso civico” tra cultura e società. E’ come se esistesse una barriera tra questi due mondi che non consente una “comunicazione” tra di essi.
Perchè? Di chi la colpa, se di colpa è consentito parlare? La risposta a questa domanda è complessa e rimanda ad innumerevoli fattori.
Comunque è ragionevole pensare che gli anelli deboli siano essenzialmente due e portino in due direzioni.
La prima porta alle istituzioni, le quali fanno poco o niente per valorizzare le risorse intellettuali disponibili nella comunità e non le “utilizza” per migliorare l’azione amministrativa e l’offerta di input migliorativi della condizione socio-culturale dei cittadini.
La seconda porta all’inerzia e all’ignavia dei cosiddetti intellettuali, che preferiscono giudicare e pontificare dall’”alto” della loro cultura, piuttosto che sporcarsi le mani con la realtà dei problemi.


24/07/2013
''Osservatorio sociale'' a cura di Giuseppe Manente