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27^ puntata - ''RAPPORTO DI GARA DELL’OSSERVATORE ARBITRALE''

27^ puntata - ''RAPPORTO DI GARA DELL’OSSERVATORE ARBITRALE''


RAPPORTO DI GARA DELL’OSSERVATORE ARBITRALE
Dopo la prima parte della relazione dell’osservatore arbitrale, di semplice indicazione di dati relativi alla gara , si presentano, nella stessa, due aspetti descrittivi:
1) Grado di difficoltà della gara ;
2) Aspetto fisico estetico.

GRADO DI DIFFICOLTA’ DELLA GARA
il grado di difficoltà rilevato a consuntivo della stessa, potrà essere:
a) Facile:
b) Normale;
c) Difficile;
d) Molto difficile.


E’ evidente che questa gradualità di indicazione di “difficoltà” è riferita alla condizione tecnico agonistica della gara e alle difficoltà che ha dovuto affrontare il collega arbitro. In particolare la domanda cui bisogna dare adeguata risposta si riferisce alla “influenzabilità” che l’arbitro ha esercitato sulla stessa e sulle capacità di superare le difficoltà che questa ha presentato.
La prima analisi che l’osservatore deve compiere è : quale influenza ha esercitato il collega arbitro? In che modo? Positiva o negativa? O addirittura non ha esercitato alcuna influenza?
Sarà opportuno riflettere in prima istanza sulla gara come si presenta in chiave presuntiva sulle eventuali difficoltà che potrà offrire.
A priori la gradualità di difficoltà di una gara è espressa dalla posizione in classifica delle contendenti e soprattutto di componenti storico culturali, quali rivalità di “campanile” o per episodi “particolari” avvenuti in incontri precedenti.
In realtà in qualsiasi tipo di gara è fondamentale osservare con molta attenzione il comportamento tecnico/agonistico sia dei calciatori che dell’arbitro, perchè saranno i primi interventi (tecnico-disciplinari) che effettuerà l’arbitro che orienteranno l’andamento della stessa. La prima fase si può definire di “studio” sia fra i contendenti calciatori che fra questi e l’arbitro. I primi verificano la consistenza tecnico-agonistica degli avversari e contestualmente la credibilità ed affidabilità dell’arbitro. Quest’ultimo, con i suoi interventi ( coerenza, opportunità, tempestività)con il suo “metro” di valutazione dei fatti di gioco e quelli disciplinari ( richiamo, ammonizione, espulsione )indicherà il limite di tollerabilità di “eccessi” comportamentali dei calciatori e di altre componenti. Quindi, quasi sempre il grado di difficoltà della gara è influenzato anche dall’arbitro per cui questa va analizzata nei diversi momenti e nelle diverse circostanze , annotando i tipi di interventi, l’opportunità degli stessi e l’eventuale effetto (positivo o negativo) che ne consegue. E’ in questa ottica che va annotata la capacità “reattiva” del collega arbitro ai diversi momenti che la gara vive nelle sue diverse fasi.

La valutazione espressa in questa “voce” descrittiva, troverà analitico riscontro nelle parti successive (tecnico-comportamentali-temperamentali) del collega osservato, e indirettamente offrirà indicazioni circa il grado di maturità conseguita.
A mio modesto parere, solo in un caso limite la funzione dell’arbitro non esercita alcuna influenza; nel caso in cui la differenza tecnico-agonistica fra le due squadre è così marcata che modeste sono le esigenze tecniche richieste dalla stessa. Solo nel caso di qualche fallo di così detta “frustrazione” deve essere tempestivamente sanzionato.
Si sottolinea che l’osservatore deve indicare il grado di difficoltà a consuntivo.


ASPETTO FISICO ESTETICO
Anche in questo caso la gradualità di giudizio richiesto all’osservatore arbitrale è :
a) Statura;
b) Struttura fisica;
c) Modo di correre.
L’importanza di questi elementi è finalizzata ad individuare “l’immagine” del collega arbitro.
E’ indubbio che essi costituiscono fattori fondamentali nelle prime fasi di formazione e selezione dei giovani arbitri. Nelle fasi più avanzate, categorie nazionali, riguarderà solo l’immagine che l’arbitro offre di sè.
Principale compito dell’osservatore arbitrale, nel settore giovanile non è solo di descrivere l’aspetto fisico estetico del giovane collega osservato, ma di offrire delle indicazioni relative alle modalità per migliorare alcuni aspetti. In particolare nel caso di lieve eccedenza ponderale o nel caso di uno stile di corsa non ottimale. In questo caso suggerirà le modalità per migliorare il tipo di corsa, sottolineando che questa deve essere ad ampia falcata con il capo eretto anche nei momenti di cambio di passo onde garantire il continuo controllo di ciò che avviene in ogni istante sul terreno di gioco.
L’efficacia di detti suggerimenti sarà in funzione della credibilità e nelle giuste motivazioni degli stessi, sostenuti da intima convinzione dell’osservatore, frutto di uno studio sicuro e da competenza nel tempo maturata.
Gli argomenti sono trattati in forma generale, se qualcuno vorrà pormi quesiti più specifici, se sarò in grado di rispondere, lo farò con piacere.


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