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I sensi e l’intelligenza del cavallo

I sensi e l’intelligenza del cavallo



I sensi più sviluppati nel cavallo sono l'udito e l'olfatto. Il movimento delle orecchie dell'esemplare indica la sua attenzione o meno ai comandi o a quello che gli accade attorno. La vista del cavallo, invece, non è stata ancora approfondita a sufficienza come non sono ancora stati condotti molti studi utili a comprendere il comportamento del cavallo in rapporto all'uomo. Il cavallo come percepirà l'essere umano? Come una grossa ombra scura o come un qualcosa più piccola di lui? Questo per ora non si sa ma, di certo, non si può affermare che il cavallo sia un animale poco intelligente.
Cosa si intende, generalmente, con il termine intelligenza? E’ l'insieme di tutte le facoltà mentali che permettono di capire le cose e gli eventi, di scoprire le relazioni tra di essi e di arrivare alla conoscenza concettuale e razionale. Nell'essere umano la si percepisce nella capacità di risolvere un problema di matematica, saper leggere e scrivere in modo corretto, saper comunicare in modo scorrevole senza fare errori grammaticali o lessicali. A tutto ciò, si aggiunge la capacità mnemonica, l'immediatezza di risposta agli stimoli ed alle informazioni che vengono colte ed immagazzinate al volo. Essere intelligenti significa anche essere in grado di apprendere, di imitare gli altri e imparare da loro e tanto, tanto altro ancora.
Un luogo comune è quello di considerare i cavalli e, in generale, un po' tutti gli animali, come delle semplici "bestie" alle quali il termine psicologia non può essere neanche lontanamente accostato. Ma non è assolutamente così! La psicologia equina esiste nonostante lo scetticismo di molti.
Anche la letteratura relativa all'intelligenza dei cavalli sembra essere molto vasta. Questo perchè anche i cavalli sono stati adoperati dall'uomo fin dall'antichità. Che siano stati addestrati al lavoro o ad essere mezzo di trasporto, i cavalli sono stati sempre molto vicini alla specie umana anche se, in passato, non ci si è mai soffermati sulla loro psicologia.
I cavalli sono animali molto intelligenti. Riescono a capire i segnali che gli esseri umani gli lanciano. Soprattutto quando sono ancora in tenera età, i cavalli imparano a relazionarsi con l'essere umano. La convinzione che l'animale sia un essere intelligente ci viene da diverse sue caratteristiche. L'uomo può carpire dal movimento delle orecchie del cavallo se esso ha compreso o meno il comando impartito.
I cavalli sono animali che vengono sottoposti ad addestramento da secoli e, al contrario di molte dicerie, non sono animali aggressivi. Addirittura, i cavalli, risultano essere animali protettivi nei confronti dell'uomo. Questo è emerso soprattutto nei cavalli da competizione. Infatti, molte volte, durante le corse, per evitare che l'uomo si faccia male nella caduta, non è raro che il cavallo sacrifichi se stesso. Inciampando in uno ostacolo o in una caduta lungo la discesa, il cavallo cerca di non schiacciare il fantino che si trova sopra di lui. È anche vero che i cavalli spesso si ribellano ma lo fanno solo nel momento in cui vengono battuti ingiustamente e frustati senza motivo.
Ciò che differenza il cavallo da altri animali è la grandissima memoria. Ricorda le situazioni, riesce a fare sempre le stesse mosse quando viene addestrato. Una facoltà che gli è utile nell'ambito delle gare, quando riesce a ricordare la presenza di un ostacolo. Basti pensare ai cavalli da circo che in grado di compiere gli stessi numeri al ritmo della musica oppure ai cavalli che, un tempo, si fermavano sempre agli stessi portoni o alle stesse osterie per consegnare il latte. Oppure si possono ricordare i cavalli da guerra che, una volta udita la "carica" dei cavalieri, erano subito pronti a combattere.
Non è escluso che l'intelligenza di un animale dipenda direttamente dall'amore che gli si dona sin da quando è puledro. Se l’animale riceve molte attenzioni ed affetto dall'essere umano, esso è in grado di ricambiare in modo affettuoso al pari di un umano.
Purtroppo, però, è piuttosto difficile trovare un amore vero ed incondizionato di un uomo nei confronti di un cavallo. Ci sono tante storie di fantini, allevatori che hanno perso i propri cavalli o li hanno visti infortunati dopo una gara, ma piangevano semplicemente perchè avevano perso la loro fonte di guadagno e non per vero amore.
Una novella piuttosto antica narra la storia di una donna irlandese che acquistò un cavallo per molti quattrini al fine di utilizzarlo una o due volte la settimana per le sue passeggiate tra i boschi. Entrando in contatto con l'animale solo una o massimo due volte a settimana, non aveva instaurato con il cavallo il rapporto giusto che si dovrebbe sempre creare. Il cavallo iniziò a creare problemi alla nobildonna perchè si mostrava sempre più irrequieto. Settimana dopo settimana la situazione non migliorava. La donna non ne potè più, lo considerò matto e decise di venderlo ad un cavaliere. Quest'ultimo con pazienza ed affetto addestrò come si deve il cavallo facendolo rinsavire.
Non è raro trovare persone appartenenti alla classe benestante della società che, non appena il loro pargoletto è in grado di camminare e di stare in sella appena decentemente, pretendono che prenda costosissime lezioni. Il fine è quello di far partecipare i propri figli a concorsi ippici importanti e di rientrare in quell'aura che circonda i fantini. A tale scopo non si risparmiano comprando attrezzature costose. Se viene trattato come un oggetto il cavallo inizialmente reagisce positivamente, gareggia e mostra rispetto per il suo padrone. Dopo un po' di tempo, però, inizia a diventare irrequieto: non ha intenzione di saltare, non vuole correre e potrebbe far fare brutte figure al giovane fantino viziato. Quest'ultimo, non essendo in grado di comprendere cosa stia accadendo, senza sforzarsi minimante di capire il suo cavallo, potrebbe definirlo stupido. Il ragazzo non si rende conto di trovarsi dinanzi ad un essere vivente e non ad un auto da corsa alla quale basta cambiare un bullone per farla funzionare di nuovo alla grande.
Anche gli allenatori o i venditori di cavalli descrivono i loro esemplari elencandone le caratteristiche fisiche piuttosto che quelle spirituali. Guardano i garretti, la muscolatura, il modo di galoppare o di trottare. Badano al rendimento più che al carattere, tanto, se il cavallo è bizzoso o sleale, penseranno alla frusta e ad altri mezzi punitivi e coercitivi per rimetterlo in riga. Eppure dietro quella criniera si nasconde una sensibilità che solo pochi riescono a cogliere. Ogni animale va rispettato e trattato bene proprio perchè essere vivente.

Al piccolo puledro è concesso pascolare fuori la scuderia con la sua mamma ma, una volta diventato adulto, viene lasciato alla sua vita che è quasi sempre poco allegra e caratterizzata dalla solitudine. Il luogo dove vive, dorme e mangia è la scuderia. In questo luogo l'animale è solo ed il suo letto è fatto di paglia. L'uomo si avvicina al cavallo nei momenti di necessità, quando ne ha bisogno, in alcuni casi sfruttandolo, dopodichè l'animale viene lasciato alla sua vita. Viene spazzolato, lavato quando ne ha bisogno ma ciò che riceve dall'uomo sono, quasi sempre, urla e stringate.
Il cavallo è sicuramente un animale più ingombrante che non si può tenere in casa Al massimo si può comprare un cavallo se si possiede una grande villa attrezzata, magari dotata di scuderia.
Gli arabi consideravano il cavallo il loro amico più fidato e prezioso e lo tenevano sotto una tenda posizionata davanti la loro dimora.
Oggi, le cose sono sicuramente cambiate rispetto al passato e di certo non si può avere un cavallo fuori casa sotto ad una tenda, soprattutto per una questione di sicurezza: il cavallo se dovesse imbizzarrirsi e dovesse reagire con le zampe potrebbe ferire gravemente l'uomo. Dunque, il cavallo non può essere tenuto troppo libero. Sicuramente sta all'intelligenza dell'uomo prevedere i movimenti di un animale grande come il cavallo. Certo le dimensioni sono un fattore indipendente dalla volontà del cavallo, però, gli impediscono di essere un vero e proprio animale domestico, nel senso stretto del termine.


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