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Il profumo della terra

Il profumo della terra




Per Andrea e Marco, che alla Fattoria Di Vaira si occupano degli ortaggi, il lavoro nei campi è fatica, ma anche dedizione, che si nutre della gioia di coltivare verdure sane e buone, e di quel profumo di finocchio
che sale dai filari…
Il lavoro nei campi, alla Fattoria Di Vaira, è regolato dai ritmi e dai tempi della terra.
In marzo e aprile, mesi nei quali la natura tutta si risveglia con il primo intiepidirsi delle giornate, l’attività è intensa sin dalla prima mattina.
Andrea Raspa e Marco Falcucci, giovanissimi (Andrea ha 24 anni, Marco 23), si occupano degli ortaggi, preparando i terreni e prendendosi cura delle piantine - dal trapianto alle irrigazioni, dai trattamenti con i preparati biodinamici fino alla raccolta (si occupano anche dei seminativi). Raccontare la loro giornata significa capire da vicino cosa significa produrre ortaggi biodinamici.
Attorno alla loro produzione ruota, infatti, la maggior parte delle attività agricole della fattoria. Qui a Petacciato l’orticoltura è favorita dalla tipologia dei suoli (molto ricchi di sostanza organica), dalla vicinanza del mare, dalla prossimità delle altre colture e dalla protezione off erta da siepi e alberature.
La fattoria sta investendo molte risorse per sviluppare questa potenzialità, garantendo buone rese e qualità.
Le produzioni estive, come pomodoro, peperone, zucchine, melone, anguria e melanzane, occupano ogni anno circa 20 ettari. Le concimazioni vengono effettuate esclusivamente tramite letame compostato secondo il metodo biodinamico e attraverso l’interramento di sovesci misti. Anche la
difesa da patogeni e insetti segue i principi della biodinamica, ma per fortuna non c’è molto bisogno di interventi, in quanto è lo stesso sistema agricolo equilibrato a svolgere un controllo efficace.
Andrea ama il suo lavoro: “Non lo faccio spinto dal bisogno economico, ma dal piacere di farlo. Senz’ altro l’aspetto che mi piace più di tutto è operare con i mezzi agricoli e poter vedere giorno dopo giorno i risultati del mio impegno. Ho sempre svolto questo lavoro anche da giovane, magari in estate come lavoro stagionale, avendo la mia famiglia una piccola azienda. Quando sono arrivato alla Di Vaira avevo già quindi un piccolo bagaglio di esperienza ed ero ben deciso a fare questo
lavoro nella mia vita”.
Marco Falcucci, invece, prima di lavorare alla Fattoria ha fatto il carpentiere, ma ha sempre desiderato fare l’agricoltore: “Non potrei mai lavorare al chiuso, magari in una fabbrica; mi dà una bella sensazione lavorare in campagna, a contatto diretto con la natura, mi sento rilassato e mi trovo benissimo anche con i miei compagni di lavoro”.
“La nostra giornata – raccontano insieme – inizia presto: alle sette siamo già in campo per preparare i terreni e per trapiantare le piantine degli ortaggi estivi. La giornata si svolge proseguendo questi lavori fino alle quattro e mezza o cinque di pomeriggio. Se, però, stiamo preparando i terreni, si può fare anche un po’ più tardi: i lavori iniziati non si possono lasciare a metà”.
Ci sono attività che non fate tutti i giorni ma solo periodicamente?
“Tutti i lavori che svolgiamo sono ciclici e si ripetono con le stagioni, ma alternandosi e variando. La fienagione, per esempio, è un’attività tipicamente primaverile e, va sottolineato, fondamentale, perchè da essa dipende la nutrizione delle vacche e delle capre della fattoria, che ci danno non solo il latte, ma anche il letame per fertilizzare i terreni”.
Quali sono i lavori più delicati da svolgere?
“Tutti i lavori che facciamo richiedono molta attenzione. Difficile isolarne alcuni in particolare: sia l’irrigazione che la preparazione dei terreni che la raccolta degli ortaggi sono attività importanti, che richiedono cure costanti. Il primo aspetto a cui bisogna fare attenzione è l’irrigazione. Nel caso di questa particolare azienda, molto importante è anche la prevenzione degli attacchi di possibili
malattie e degli insetti”.
Ecco, insetti, malattie, intemperie: cosa temete di più?
“Temiamo tanto tutte e tre le cose, sono le variabili cui siamo sempre sottoposti. A volte, per quanto si cerchi di fare, ci si sente impotenti. Per preservare la salute delle piante lavoriamo su quella del terreno prima di ogni altra cosa, aspetto questo che è il cardine della biodinamica”.
Cosa significa quindi per voi produrre biodinamico? Conoscevate prima questa tecnica?
No, non l’avevamo mai conosciuta nè sperimentata, ma ora che ci lavoriamo la troviamo interessante e molto soddisfacente, perchè è davvero bello sapere che ciò che coltivi è sano e buono. Oggi, per esempio, ci è capitato di passare in campo e sentirci inebriati dal profumo dei finocchi. È incredibile, questo capita solo in aziende come questa, nella quale si fa tanta attenzione alla salute della terra, cosicchè possano nascere frutti sani e buoni”.
Che rapporto sentite di avere con la terra e con il vostro lavoro? Vi piace? Richiede molti sacrifici?
“Si, certo, è un lavoro che richiede molti sacrifici, anche solo per il fatto che si è sempre esposti agli agenti atmosferici e forse proprio per questo per poterlo fare bene bisogna amarlo davvero. Ma non lo cambieremmo.
Anche se i lavori agricoli, in generale, richiedono un grande impegno e tanta fatica, mai ricompensata a sufficienza.
Questo a volte pesa, anche per noi che siamo giovani e iniziamo ora la nostra vita autonoma. Per il resto, siamo davvero contenti di quello che facciamo”.
Qual è il rapporto con le persone che si occupano di altre attività della Fattoria?
Ottimo, anche se con alcuni ci sono poche occasioni di scambio e di incontro, essendo l’azienda piuttosto grande ed essendo in molti a lavorarci. Siamo sempre tutti presi dalle nostre attività.
Quello che ci piacerebbe avere e che auspichiamo per il futuro sono occasioni di incontro con colleghi che lavorando in aziende simili, in modo da poterci scambiare informazioni e consigli, per confrontarci e imparare cose nuove”.


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