L’analisi dei vasi sanguigni - 2^parte

Vasi porcellanati: venule intasate e dilatate ricoperte di una patina trasparente, con aspetto traslucido all’illuminazione diretta accompagnate generalmente da un edema delle pareti vascolari. Con le medesime caratteristiche si presentano i vasi tubolari, non di rado legati all’ipertensione.
Vasi adduttori: vene sclerali ascendenti. In questi casi è bene osservare con attenzione il settore corrispondente nell’iride. Per esempio, se questi vasi compaiono alle ore 12.00 ci può essere un terreno favorevole all’ictus cerebrale.
Se si presentano vasi ad immersione, ci può essere uno stato di ipertensione o di tendenza al glaucoma.
Vasi tangenziali: possono essere anche a “seghetta” (indicano frequentemente spasmi vascolari) o a forma di cosiddetto “arco pressorio”: anche in questi casi è opportuno esaminare il corrispondente settore dell’iride.
Vasi spastici: sono vasi che si restringono in presenza di leggera ipertensione o disturbi della circolazione sanguigna.
Variazioni del calibro vascolare a volte danno vita ai cosiddetti “vasi a fuso”, per esempio in seguito all’invecchiamento dei vasi.
Vasi a “pozza d’acqua”: sono frequenti nelle patologie epatiche, possono segnalare un rischio di emorragia, ma anche una eventuale congiuntivite secca.
Ricordiamo che l’arteriola può scorrere parallela alla venula, e che le arterie le hanno sviluppo ramificato, le venule no.
Se le venule sono molto congeste, questo indica terreno fertile per probabili emorroidi, varici, o ipertensione.
Quando venule ed arteriole riflettono la luce vengono dette vasi a porcellana e sono indicativi di anemia.
L’anemia è segnalata anche dal bordo palpebrale inferiore molto chiaro.
Lo squilibrio di calibro tra venule ed arteriole, se macroscopico, predispone a ictus.
Una micro varice (nei malati terminali) che termina in forma brusca, improvvisa, può far pensare a trombi e a gravi problemi della circolazione sanguigna




24/11/2014