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Scusi, dove per l’amore?

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THE DETAIL (Il Dettaglio)
Olio su Cartone Telato, 2001
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Quando si parla di amore, immaginiamo spontaneamente l’amore passionale, romantico di una giovane coppia, passando in secondo piano cio’ che resta dell’amore in famiglia e tra amici. Mettiamo in chiaro alcuni punti … innanzitutto, cos’e’ l’amore? … e come lo viviamo oggi in questo mondo fatto di essenziale? Puo’ un uomo violento amare?

E’ forse l’amore una linea sottile tra il desiderio di connettersi al fine di possedere l’altro/a e l’attrazione sessuale fisica o intellettuale che agisce ad effetto palla di neve fino ad esserne intrappolati, inconsciamente persuasi nell’integrarsi col partner e nei peggiori dei casi cadere nella piu’ totale possessivita’ traducendosi poi in atti abusivi?


Sappiamo che quando si e’ innamorati si farebbe di tutto per restare col proprio partner. Mentre tra l’amore di un figlio e genitori succede invece il contrario e si fa di tutto per uscire fuori dal nucleo famigliare per farsi un vita da uomo o donna indipendente e nel caso, mettere su famiglia. D’altro canto un certo sistema politico, avendo messo radici ed assumendo poteri di Stato, fa di tutto per rovinare intere famiglie, contribuendo a dissolvere ogni speranza, quale i giovani alla ricerca di un lavoro onesto continuano a sognare; mettendoli alle strette, costringendoli a restare in un angolo di casa coi propri genitori, trasformando le loro aspirazioni ed entusiasmo in apatia divenendo degli automi viziati e deboli mammoni.
- Oggi chi ama e' considerato un debole. I piu' forti sono sempre stati i piu' furbi, purtroppo. Oggi la cultura del business che fa presa sull'idea di globalizzazione, prevale sul puro significato dell’Amore e Romanticismo che noi italiani ci trasciniamo da secoli, sbirciando nella nostra letteratura. L’amore, un sentimento residuo come un lontano odore trasportato dal vento, di una nostalgica cultura profanata e distrutta da nuovi studiosi o professori di scuola ... e tramite la guerra dichiarata tra culture sulle varie reti Internet, nel diffondere verita’ storiche ritoccate. Un popolo oggi lo si puo' distruggere non piu' con le armi da fuoco o nucleari ma tramite una falsa propaganda di cultura, per via interattiva, diffondendo la cultura del caos organizzato. Piu’ sale il numero di siti web, piu’ alto e’ il rischio di disinformazione. Le fondamenta di una cultura sono, la lingua, i propri ideali, tradizioni, stile di vita, costumi e cibo. Nonostante le nostre ricchezze culturali, la nuova generazione di italiani e’ attratta dall’esotismo, dal diverso, innamorandosi dello straniero fino ad esserne stregata ed infine posseduta. Se vi guardate intorno, la globalizzazione sta sradicando pian piano tutto cio' che fa parte di una cultura, adattandola alla cultura dominante, come anche l'esempio di Halloween che e' parte di una cultura tutta inglese perche' appartenente ai soli fautori di anarchia, divulgando costumi simbolo, come zombie, maschere di sangue, e mostri vari che suggeriscono atti di cruda violenza. Quindi mettendo da parte e gradualmente eliminando la nostra cultura del carnevale casareccio, facciamo ingresso alla cultura ospite, quella anarchica che diverra' la dominante. Infatti tutto cio' che arriva dall'estero e' violenza allo stato puro, come la maggior parte dei film americani comprese le commedie che sono condite da colpi di pistola, omicidi e criminali. Tutto questo per ritornare sull'argomento "Amore" di cui non ne e' rimasto piu' nulla se osserviamo i prodotti offertoci dall'estero. Stiamo assimilando tutto da tutti, dimenticando di appartenere gia' ad una delle culture piu' importanti nella storia dell'umanita', quella italiana. Questo fenomeno di genocidio culturale purtroppo sta prendendo piede nel nostro paese creando crisi di identita', mentre assimiliamo con disinvoltura i danni causati dai paesi dominanti, come ingoiare una pillola tranquillante facendoci credere che tutto sia normale perche' tutti i paesi nel mondo stanno facendo la stessa cosa, aderire alla globalizzazione. Infatti quest’ultimo atteggiamento collettivo, passivo-agressivo e’ considerato da psichiatri e psicologi di tutto il mondo, atto di abuso o manipolazione psicologica.


L'Amore e' diventato un tema di discussione, una parola sacra da custodire nei musei come un quadro costoso impossibile da acquistare vista la crisi. Quanto piu' si e' in crisi, tanto piu' si diventa vulnerabili nell'assimilazione di nuovi ideali anche se falsi. Ci stiamo deumanizzando! Un esempio del fenomeno di deumanizzazione lo si puo' trovare sotto forma di social network come ad esempio, Facebook, Twitter, Linkedin e tanti altri che privano del contatto diretto di comunicazione. I veri contatti umani si stanno perdendo nel tempo a causa della tecnologia che avanza a passi da gigante, a partire dal computer all’iPad, iPod, e il cellulare ed attraverso i vari mezzi di social network grazie ai frequenti fraintendimenti che si possono creare via comunicazione a distanza. Il nostro linguaggio ha subito sostanziali modifiche con l’inserimento di nuovi termini non solo nella forma parlata ma anche scritta, come ad esempio l’uso delle abbreviazioni, acronimi, e contrazioni, i quali provengono direttamente dalla lingua inglese. Queste forme di interruzioni di contatto, si traducono in veri casi di rotture di rapporti umani. Infatti molti hanno perso le proprie amicizie a causa delle errate interpretazioni dei messaggi inviati. Qualcuno su Facebook ha affermato che, - “il social network e’ parte dell’evoluzione ed e’ per questo che si usano i mezzi di comunicazione internet, quando gli studiosi di Freud e le sue teorie non sono piu’ applicabili, quindi parte del passato.”- Premetto che le prime filosofie sono le fondamenta su cui nuovi studiosi basano nuove teorie. I nuovi studiosi di cui non sempre si conoscono i nomi, hanno il ruolo di confondere le idee tra nuove generazioni di studenti e di creare conflitti tra societa', monitorati da vertici politici "ignoti". Ma questo e' un altro argomento. Se Freud e' superato, come si spiega che l'Italia rispetto ad altri paesi industrializzati nel mondo sia indietro di vent’anni ed in alcune zone, si vive ancora nel Medio Evo? - Riguardo i fraintendimenti, dopo una lunga constatazione sui vari social network, non si puo’ andare lontano finche' si da’ priorita' alla sfida intellettuale stimolata dai media, invece che arrivare al cuore di un problema per risolverlo. Purtroppo la capacita’ persuasiva di queste piattaforme interattive, permette gli utenti di continuare la sfida ai “commenti” i quali, inconsciamente giustificano ed associano la loro persistenza ad interessi strettamente personali, senza tener conto del vero significato dei messaggi inviati oppure perche' troppo occupati ad ascoltare la loro vocina invece di essere aperti allo scambio di opinioni. Quando dico scambio intendo, accettare le opinioni altrui e suggerirne delle nuove che aiutino a trovare rimedio ad un problema discusso, evitando inutili polemiche e cogliendo un opportunita' di arricchimento culturale prolifico, pensando fuori dagli schemi, facendo infine le proprie e piu' ampie ricerche sui temi discussi. Molti “commentatori” di un profilo pubblico di gruppo, pur di restare saldi ai propri falsi ideali cadono nelle piu’ svariate spiacevoli circostanze, in volgarita’ piu’ esplicite, ferendo anche chi consideravano poc'anzi un amico. In un tempo non molto lontano la conversazione si chiamava dialogo, oggi invece assume il nome di “chat.” Come si puo’ pensare di amare se non si e’ in grado di attivare una propria comunicazione di base? Perche’ in fondo, una propria comunicazione e’ l’arcobaleno che raccoglie tutti i tipi di relazioni.


Dov’e’ finito tutto quell’amore che i nostri genitori ci hanno naturalmente tramandato quando eravamo dei piccoli innocenti? A Natale? Augurare serenita’, felicita’ e pace in un periodo dedicato all’amore e’ la cosa piu’ ovvia e piu’ semplice da fare. Non e' necessario compiere alcuno sforzo; basta ascoltare il beep del calendario telefonico che ti avvisa che oggi e’ Natale. E cosi tutti esclamano, - “Evviva! Abbiamo atteso un anno intero per sentirci felici nel trascorrere il nostro tempo coi nostri cari ed amici piu’ cari!”- Forse ad alcuni di voi questa frase fara’ retorica ma questo invito alla banalita’ e’ un “dèjà vu” ascoltato, paragrafato e filtrato puntualmente ogni anno da varie famiglie, esprimendosi anche attraverso reti di comunicazione sociale accompagnando frasi a foto e adesivi virtuali natalizi che, in realta’ rispecchiano l’atteggiamento di molti credenti nel mondo, avvertendo sensazioni comuni e muovendosi come in un ballo di gruppo ispiratosi al “social dance” americano. Quindi il senso di amore piu’ profondo si riduce a quei pochi giorni di festa dettati dalla religione locale, preparandosi tutti ad essere piu’ buoni per volersi bene, forse perche’ durante l’anno lo sono stati meno? E gia’, forse serve un anno per farci riflettere sul nostro atteggiamento quotidiano. Infatti in queste occasioni la riflessione e’ diretta nel determinare come trascorrere i nostri ultimi giorni dell’anno perche’ e’ inevitabile che in relazione alla festa natalizia, predisporsi ad essere piu’ buoni significa, fare la cosa giusta. Questa festa fatta di calore familiare, pronti per la grande abbuffata, scartando regali dall’abete, quale vittima di un disboscamento in stile natalizio ed a festeggiare con danze di mille Paesi pur restando chiusi in un club ai soli soci. Inoltre, si e’ creata una festa confezionata per i soli “Buoni” semplicemente perche’ Gesu’ e’ nato ipoteticamente alla mezzanotte del 25 dicembre. Il senso del Natale e’ festeggiare tutti gli uomini di buona volonta’, escludendo a priori dalla lista degli invitati i cosiddetti “Cattivi,” i meno onesti, i violenti e chi ha simili caratteristiche. Infatti questa categoria di non-buoni, in questi casi apparentemente ignorata e destinata a non appartenere all’umanita', non sara’ autorizzata a celebrare e santificare le feste, perche’ l’etichetta che le e’ stata attribuita secondo una consuetudine standard, e’ un sigillo da esibire per l’eternita’. Detto questo mi sorge un dubbio, chiedendomi: Qual’e’ l’esatta definizione del “Male” e come si identifica? Ve lo siete mai chiesto? Per alcuni potrebbe essere semplice identificare un poco di buono da cio’ che indossa, ad esempio jeans a brandelli e con qualche tatuaggio o cicatrice sul corpo e dai tratti somatici del viso per chi segue la superata teoria del criminologo Cesare Lombroso. Certo, le mode cambiano e con esse anche i punti di vista della generazione di oggi che apprezza molto piu’ volentieri un paio di jeans visibilmente rammendato perche' fa’ rock, invece di un pantalone che e’ in linea con giacca e cravatta. A dispetto dello stereotipo mensionato su’, il vecchio detto “l’abito non fa il monaco” non e’ mai stato fuori moda. Infatti, siamo gia’ a conoscenza che alcuni politici anche se indossano abiti firmati a prezzi inaccessibili per un italiano medio, non raffigurano necessariamente il sinonimo di onesta’ ma anzi in alcuni casi suggeriscano, anche se indirettamente, atti di violenza morale inflitti ad una societa’. L’esempio della bolletta delle tasse inviate da Equitalia, come si segue abbondantemente nei notiziari televisivi e sui quotidiani, corrispondente a pagamenti stratosferici spesso ingiustificati, in molti casi ha causato la morte di cittadini distrutti dalla loro situazione precaria di disoccupazione che, essendo nell’impossibilita’ di pagare la bolletta, disperati e depressi, hanno optato per il suicidio. La bolletta di fatti diventa la sentenza di morte di un individuo onesto, inviata da un ente, di cui sistema e norme applicate sono state approvate da politici che assumono pieno potere legislativo. A volte anche delle parole indignose, mirate a colpire la reputazione e l’incolumita’ di una persona, possono essere un arma letale, usata dai media per distruggere l’integrita’ di un personaggio di una certa notorieta’ o lo stato di salute dei meno noti ma che soffrono di cuore.


L’ immagine del cuore e’ stata da sempre utilizzata come simbolo di amore, come la metafora del “Sacro Cuore” della Chiesa Cattolica in relazione all’amore di Cristo verso l’umanita’, in cambio dell’amore dei credenti per il bimbo Gesu’ nato dalla madre vergine Maria. Se ci staccassimo dall’aura divina, ipotizzando per un istante che una/o di voi scoprisse di avere un figlio violento, come apparirebbe costui ai vostri occhi e cosa gli suggerireste di fare da genitore? Forse scoprireste che l’aggressivita’ di vostro figlio nasce come protesta alla noncuranza, all'ignoranza, all'avidita', all'alto ego, e chissa' per quali altre ragioni inerenti alla poca attenzione o grado di assistenza prestatosi verso colui a cui gli si punta il dito a danno compiuto? Non sara' forse troppo facile giudicare qualcuno non appartenente alla propria famiglia e cioe’ quando il problema non sussiste solo perche’ non ci tocca in modo diretto e non lo si vive nelle nostre quattro mura? Cosa ne e' del violento se abbandonato a se stesso in una societa' che se ne infischia dei singoli casi? In reazione a questo, come se non bastasse, la stessa societa' istiga ancora piu' violenza limitandosi a giudicare ed infine emarginando il soggetto. Se invece chi usa violenza e’ una persona nota, la comunita’ si chiude nell’omerta’ lasciando che qualcun’altro si occupi al caso, mentre la vittima continua a subire gli abusi inflitti dal proprio partner. E' facile ignorare il problema indossando le vesti di Ponzio Pilato perche’ e’ la decisione piu’ semplice da prendere, pur di proteggere la nicchia della propria felicita'. Sfortunatamente grazie a quest’ultimo atteggiamento egoistico e da individualista, il problema resta a livello sociale e nella comunita' in cui si vive, maturando ed aggravandosi sempre piu’ nel tempo (Qui rientra in gioco il duplice comandamento dell’amore che Gesu’ predicava ai suoi discepoli: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”). Forse sposare un violento vi sembrera’ un paradosso ma isolarlo non sarebbe neanche l’alternativa ideale. E’ di fatto che in tutti e due i casi, come nella scelta del matrimonio ed il loro isolamento sono delle scelte estreme. Per poter sconfiggere la violenza, sarebbe saggio educare i singoli casi invitandoli a socializzare con amici e amiche o a dei forum per dialogare, scambiare le proprie opinioni, che stimolano ed incoraggiano a creare nuovi interessi. A seconda del tipo di violenza, i casi piu' gravi andrebbero denunciati per urgenza, mentre altri meno gravi, valutati da centri sociali idonei ed in seguito invitati a consultare un terapista.


Evitare chi e' violento non e' la soluzione al problema ma e' emarginandolo che lo si peggiora. In fondo la responsabilita’ che tutti noi abbiamo nei confronti del prossimo non e’ solo giovale per chi riceve l’aiuto ma anche per chi lo offre perche’ cio’ vuol dire, salvaguardare l’interesse di una societa’ attiva che da’ l’opportunita’ a chi prima era un violento di divenire uno di noi e quindi di condividere una piu’ pacifica e serena coesistenza. Si sa' tutti hanno bisogno di amare ed essere amati persino il violento, anzi e' proprio per mancanza d'amore che si diventa violenti. Quindi la colpa e la responsabilita' e' un po' di tutti.
Sono convinto infine che e' l'amore a prevalere sempre, anche nei casi piu’ difficili. Offrire amore costante e' un mezzo terapeutico anche per i piu' volenti a stimolare l’ultima linea di sensibilita' che giace nel profondo dell'animo di chiunque. L'amore e' una costante ricarica di energia che trasforma lupi piu' agguerriti in agnelli da pascolo. L'amore e' cio' che noi tutti abbiamo ricevuto dalle proprie mamme sin dall'allattamento, quindi mettersi a disposizione del prossimo ed e' questo il sentimento che va nutrito, sempre. Ricordare che siamo tutti bisognosi di amore, e' questo il messaggio che vale la pena trasmettere in fondo.



Vito Giancaspro © 2014


P.s.: Senza alcune pretese, spero che questi miei pensieri si traducano in idee oggettive, costruttive versus passive.
Ringraziandovi per avermi seguito fin qui e pronti per cominciare insieme un nuovo anno, auguro a tutti voi ogni bene.



27/12/2014
''Punti di Vista'' di Vito Giancaspro